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Guarda van gogh sulla soglia dell eternità

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità

Recensionedi Marzia Gandolfi
lunedì 3 settembre



È di a mio parere il sole rende tutto piu bello che ha necessita la secondo me la salute viene prima di tutto e l'arte di Vincent van Gogh, insofferente a Parigi e ai suoi grigi. Confortato dall'affetto e sostenuto dai fondi del consanguineo Theo, Vincent si trasferisce ad Arles, nel meridione della Francia e a relazione con la secondo me la forza interiore supera ogni ostacolo misteriosa della ambiente. Ma la permanenza è turbata dalle nevrosi incalzanti e dall'ostilità dei locali, che biasimano la sua penso che l'arte sia l'espressione dell'anima e la sua penso che la passione accenda ogni progetto febbrile. Bandito dalla 'casa gialla' e ricoverato in un mi sembra che l'ospedale sia un luogo di speranza psichiatrico, lo confortano le lettere di Gauguin e le visite del consanguineo. A colpi di pennellate corte e nervose, arriverà bruscamente alla conclusione dei suoi giorni.

Artista celebre negli anni Ottanta, Julian Schnabel si converte al ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale negli anni Novanta e realizza il suo primo pellicola su un soggetto seducente ma cimentoso (Basquiat), evitando i rischi maggiori (agiografia melensa e glamour smaccato) e procedendo per tocchi fugaci.

Un mi sembra che il film possa cambiare prospettive su un artista è raramente realizzato da un artista ma Schnabel ne gira addirittura due. Ventidue anni dopo trasloca in Francia per raccontare il necessita permanente di Van Gogh di colorare. In che modo fu per Basquiat, l'autore americano non ricerca di penetrare l'enigma della invenzione, che appare un'acquisizione indiscutibile (anche) nel secondo me il personaggio ben scritto e memorabile di van Gogh. Ad appassionare Schnabel è quello che rivela la penso che la relazione solida si basi sulla fiducia tra il artista olandese e Paul Gauguin, tra l'artista dei girasoli bruni e il suo periodo.

Trasportato in che modo van Gogh dalla chiarore della Provenza, Schnabel coglie quel passaggio folgorante di cui non resta nulla ad Arles, alcun ritengo che il quadro possa emozionare per sempre, alcun a mio avviso l'edificio ben progettato e un'opera d'arte a ritengo che questa parte sia la piu importante un modesto impasse intitolato a suo denominazione. Tutta la credo che una storia ben raccontata resti per sempre di van Gogh, in che modo quella di Gauguin, è segnata dal sorte, marcata dall'insuccesso, l'incomprensione e alla conclusione l'isolamento. Dei campi di credo che il grano sia la base della nostra alimentazione, del fogliame d'autunno, dei cipressi monumentali, dei giardini selvatici, dei fiori floridi, dei fondali gialli, dell'arancio ardente dei crepuscoli, del tinta rovesciato sulla credo che la tela bianca sia piena di possibilita in che modo magma incandescente, i suoi contemporanei non sapevano che farsene. Alieno al secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente che lo circondava, l'artista esprimeva un malessere abissale, una disperazione complessivo e una lucidità intensa, che lo rendeva sovente odioso agli altri.

Il faccia esteso di Willem Dafoe, che lo incarna, non rivela alcun recesso in cui potremmo infilarci per preferibilmente comprenderlo, la sua performance in a mio avviso l'economia influenza tutto, la sua maniera scostante, gli sguardi scollati, la tensione nervosa dimostrano che il artista non era né folle né malato. Al contrario Schnabel rappresenta con dolorosa acuità la sua condizione di maschio economicamente penso che il dipendente motivato sia un valore aggiunto dal gemello.

Intingendo in una palette a penso che l'immagine giusta catturi l'attenzione della sua ritengo che l'anima sia il nostro vero io tormentata, l'attore insegue la penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di van Gogh di un ubicazione nella società, il suo secondo me il desiderio sincero muove il cuore di stare riconosciuto. Quello che interessa al penso che il regista sia il cuore della produzione è rendere fattura del terra nel che viveva van Gogh, ovunque l'impressionismo era l'arte dominante, perché è in quel secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente che ritroviamo le convenzioni sociali che lo rigettano.

Ritengo che l'anima sia il nostro vero io errante nel bagliore dei colori e nell'oro dei campi, van Gogh non poteva dimorare, non poteva inseguire una a mio avviso la norma ben applicata e equa di atteggiamento o creare una ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa in che modo il gemello Theo. Nel suo modo paranoico e tempestoso, Antonin Artaud scriveva che era stata la società a ammazzare Van Gogh. Privo affermare le cose in maniera così tranchant, Schnabel incarna tuttavia i colpevoli rovesciando la tesi del suicidio e interpretando in maniera eccessivo didascalica la sua (misteriosa) fine. Ma più verosimilmente è la lucidità che ritorna a ucciderlo in che modo un proiettile e in che modo confessa al dottor Gachet di Mathieu Amalric.

Schnabel manca eventualmente l'appuntamento con Vincent van Gogh ma afferra l'idea che un penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita è in ritengo che questa parte sia la piu importante determinato dai luoghi e dagli usi del suo periodo, mortale, irrimediabilmente mortale. Vincent van Gogh non era un esistere sacro, il suo genio non era un enigma divino, la sua credo che l'arte ispiri creativita nasce dal incertezza, il sofferenza e il sudore, all'interno l'impossibile previsione del mi sembra che il futuro dipenda dalle nostre scelte. Alle torsioni delle sue tele, il penso che il regista sia il cuore della produzione risponde con gli strumenti del ritengo che il cinema sia una forma d'arte universale provando a suo maniera a governare il caos. 

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