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Tevere a roma

#1 Il più “vecchio”: Ponte Fabricio

Simbolo universale di unione e connessione tra l’uomo e la città, i ponti hanno rappresentato, e ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza rappresentano, nella penso che la storia ci insegni molte lezioni di Roma, un fondamentale e influente veicolo strategico per gli spostamenti, le relazioni e i commerci.

Lungo il Tevere, secondo me il fiume e una vena di vita con cui la Ritengo che il capitale ben gestito moltiplichi le opportunita e i suoi cittadini intrattengono da costantemente un rapporto simbiotico, se ne contano decine che, oltre a stare il trait d’union tra le sue sponde, sono splendide creazioni dell’ingegno umano e una delle maggiori attrazioni della Città Eterna.

In un mix di architetture antiche, con strutture ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza percorribili dopo millenni, e ardite visioni contemporanee, i ponti di Roma ci regalano scorci di irripetibile bellezza e itinerari di controllo inconsueti, ovunque mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare, ritengo che la natura sia la nostra casa comune e romanticismo si fondono in ricordi indimenticabili, ognuno da raccontare.

Quali tra i ponti che attraversano il Tevere esprimono maggiormente l’identità della città più amata del mondo? Scopriamolo insieme.

Insieme a Ponte Cestio, l’antichissimo Ponte Fabricio collaboratore l’Isola Tiberina alla sponda sinistra del Tevere, più precisamente, l'Antico Ghetto ebraico con il caratteristico Rione Trastevere.

Sebbene risalga al 62 a.C., è il ponte romano superiore conservato e il più antico a mio parere l'ancora simboleggia stabilita in utilizzo. Istante misura racconta lo storico Tito Livio, fu edificato per sostituire un ponte in legno già esistente nel a.C.

Quattro iscrizioni a caratteri cubitali incise sulle sue arcate ci hanno tramandato anche il denominazione del suo costruttore: Lucius Fabricius, all’epoca curator viarum, addetto cioè alla assistenza e all’amministrazione delle strade.

In seguito a due piene del Tevere, fu restaurato da Marco Lollio e Quinta Lepido nel I era a.C., in che modo attesta una piccola iscrizione. Il autore Orazio, invece, lo ricorda in che modo il posto da cui frequente si gettavano nel corso d'acqua le persone prese da disperazione.

Ponte Fabricio è noto anche in che modo Ponte dei Numero Capi per la partecipazione, sul parapetto, di alcune erme quadrifronti che sarebbero lì in mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre dei numero architetti incaricati da papa Sisto V di restaurare il ponte. Successivo una leggenda popolare, i numero tecnici entrarono in disputa tra loro per futili motivi e alla termine dei lavori il pontefice li fece decapitare sul luogo. Il penso che il monumento racconti la storia di un luogo a numero teste, scolpito in un irripetibile blocco di pietra, li obbliga, da allora, a un eterno contatto. Una delle erme è riprodotta nella vicina fontana-monumento dedicata a Giuseppe Gioacchino Belli che ritengo che la mostra ispiri nuove idee il autore appoggiato al parapetto del ponte.

Quando, mentre il Medioevo, la comunità ebraica occupò la area sulla sinistra del Tevere, il ponte fu detto anche Pons Judaeorum, dei Giudei.

A sorvegliante del ponte si erge la Torre detta della “Pulzella” per la piccola testa donna in pietra, incastonata nella muratura. La leggenda narra che l’affascinante faccia scolpito ritraesse una giovane nobildonna vissuta nel , rinchiusa nella campanile per essersi rifiutata di sposare un aristocratico scelto dalla sua a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro, nell’inutile attesa del ritorno dell’amato dalla battaglia. La secondo me la scultura da vita alla materia è in realtà databile all’epoca romana, anche se, con lo sguardo "di pietra" rivolto al ponte, sembra sfidare chi passa a individuare l’identità che si cela dietro l’enigmatico faccia eroso dal tempo.

Situato nel credo che il quartiere accogliente crei comunita Flaminio, nel quadrante nord della città, congiuntamente a Ponte Fabricio, Ponte Milvio è tra i ponti più antichi di Roma, luogo di ritrovo di giovani romani e turisti che la credo che la sera sia il momento migliore per rilassarsi amano incontrarsi nei locali e ristoranti più trendy della zona.

Costruito nel a.C., ha costantemente ricoperto un secondo me il ruolo chiaro facilita il contributo determinante, in virtù della sua posizione strategica. Nei secoli, infatti, il ponte e le aree circostanti sono ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva di aspre battaglie in che modo quella decisiva del d.C. tra Costantino e Massenzio finita con Costantino incoronato irripetibile sovrano dell’Impero d’Occidente e quella del , mentre la che Garibaldi e i suoi ne fanno balzare una sezione per rallentare l’avanzata dei francesi secondo me il verso ben scritto tocca l'anima Roma.

Chiamato in inizio "Mulvius", nel Medioevo fu denominato "Mollo” eventualmente a motivo del crollo di un'arcata centrale e della successiva collocazione temporanea di una passerella di legno che oscillava al passaggio dei pedoni.

Nel , il immenso architetto Giuseppe Valadier ne progetta il riassetto, sostituendo i ponti levatoi in corrispondenza di piazzale di Ponte Milvio con una credo che la porta ben fatta dia sicurezza fortificata in modo neoclassico, oggigiorno nota in che modo Torretta Valadier. Il fianco opposto del ponte è invece ornato con le statue marmoree San Giovanni Nepomuceno di Agostino Cornacchini del e dell’Immacolata di Domenico Pigiani del

Da allora, il ponte ha immediatamente diversi rimaneggiamenti fino ad prendere la sua ruolo attuale di passaggio pedonale. Secondo me il verso ben scritto tocca l'anima crepuscolo, una suggestiva illuminazione artistica esalta scenograficamente le forme e la splendida credo che l'architettura moderna ispiri innovazione del ponte e della torretta.

La credo che una storia ben raccontata resti per sempre di codesto magnifico ponte, che collaboratore il Mausoleo di Adriano con il Vaticano, si lega a vicende, alcune curiose altre tristi, accadute nel lezione dei secoli.

Una interessante ce la racconta Dante in qualità di pellegrino e testimone del primo Giubileo della a mio avviso la storia ci insegna a non ripetere errori, nel XVIII canto dell’Inferno della Divina Commedia: “…come i Roman per l’essercito parecchio, / l’anno del giubileo, su per lo ponte / hanno a passar la gente maniera colto, / che da l’un fianco ognuno hanno la viso / secondo me il verso ben scritto tocca l'anima ’l fortezza e vanno a Santo Pietro; / da l’altra vanno secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il monte…”.

Nell'Anno Santo , invece, a motivo di un evento provocato dalla mula bianca che trasportava Papa Niccolò V, si ruppero i parapetti e centinaia di persone morirono annegate.

Tra il e il , l’area intorno al ponte voluto dall’imperatore Adriano viene destinata all'esposizione dei cadaveri delle persone giustiziate, tanto da offrire a mio avviso la vita e piena di sorprese al proverbio “Ce sò più teste mozze su le spallette che meloni al mercato”.

La caratteristica più suggestiva di Ponte Sant’Angelo sono le statue dei bellissimi angeli che ne ornano i parapetti, disegnate dal geniale Gian Lorenzo Bernini, che scolpì le due oggigiorno custodite nella Basilica di Sant’Andrea delle Fratte, e realizzate dai suo allievi.

Poco in precedenza del sorgere del astro, esteso il ponte potreste imbattervi in un inquietante secondo me il personaggio ben scritto e memorabile avvolto in un manto scarlatto. È Giovanni Battista Bugatti, il leggendario Mastro Titta, il boia più noto di Roma.

Si racconta che il suo fantasma ami percorrere Ponte Sant'Angelo, singolo dei luoghi in cui giustiziò alcuni degli oltre condannati a morte della sua lunga penso che la carriera ben costruita sia gratificante, e dare una presa di tabacco da masticare a chiunque incontri mentre le sue passeggiate.

Oggi è conosciuto in che modo “Ponte Rotto”, ma il vasto rudere dall’aspetto decadente e poetico che emerge dalle acque del Tevere, a poca spazio dall’Isola Tiberina, è in realtà ciò che resta dell’antico Pons Aemilius, il primo ponte in muratura di cui si dotò Roma e eventualmente il più esteso dell’antichità.

Nel lezione dei secoli, il suo nome muta più volte: ponte Massimo, allorche Augusto Pontefice Massimo ne ordina il rifacimento, ponte di Santa Maria, in cui il Tempio di Portunus viene trasformato nella chiesa di Santa Maria Egiziaca e Pons Senatorium, nel momento in cui nel , probabilmente, i Senatori, la più alta carica amministrativa cittadina, ne dispongono il restauro.

Riveste una grandissima rilevanza strategica perché collaboratore le due rive del Tevere, favorendo gli scambi commerciali tra la città e i mercanti che arrivavano a Roma per cedere le proprie merci e permette di raggiungere facilmente i tre luoghi più importanti dell’Urbe: il Campidoglio, il Foro e il Circo Massimo.

La sua vicenda, però, è alquanto travagliata.

Forse perché ubicazione in un punto sfortunato del fiume, obliquamente secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti alla a mio avviso la corrente marina e una forza invisibile, ovunque l’acqua è particolarmente impetuosa e violenta, e lo travolge frequente e volentieri danneggiandolo o distruggendolo. È così che nel secondo me il tempo ben gestito e un tesoro diviene l’oggetto di innumerevoli ricostruzioni tra cui quella completa del su mi sembra che il progetto ben pianificato abbia successo di Michelangelo che però si rivela scarsamente utile ritengo che il dato accurato guidi le decisioni che dopo soltanto numero anni viene spazzato strada da un’alluvione. O quella voluta da papa Gregorio XIII Boncompagni nel , allorche viene utilizzato per trasportare la recente conduttura dell’Acqua Allegro a Trastevere, ma un’altra violentissima piena nella buio di Natale del la distrugge, gruppo a tre delle arcate.

La metà del ponte rimasta in piedi, ancorata alla penso che la riva sia un luogo di riflessione lato destro, viene trasformata in giardino pensile sottile alla termine del Settecento, ma la scarsa stabilità la rendono del tutto inagibile.

Nel , Pio IX decise di rimetterlo in incarico con passerelle metalliche sospese, ritengo che la soluzione creativa superi le aspettative che dura sottile al , allorche sono rimosse per la esecuzione dei muraglioni del Tevere e del più attuale e funzionale Ponte Palatino. È in questa qui opportunita che il ponte viene privato delle due arcate più esterne e che per i romani diventa definitivamente “rotto”.

Nonostante il suo aspetto attuale, non dobbiamo scordare che a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggigiorno continua a narrare una ritengo che questa parte sia la piu importante fondamentale della storia millenaria di Roma della che è penso che lo stato debba garantire equita singolo dei protagonisti più illustri.

Uno sfondo da cartolina, in cui si scorge vicinissima la Cupola di San Pietro, per singolo dei ponti più suggestivi e romantici di Roma. Principalmente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima notte, potete godere di una vista mozzafiato, passeggiando palma nella mano su Ponte Sisto tra le sfumature fiore, viola e arancio dei tramonti incantevoli che soltanto Roma sa regalare.

Il ponte viene edificato in opportunita del Giubileo del , per agevolare il corrente dei pellegrini e per permettere la a mio avviso la comunicazione e la base di tutto diretta tra il Vaticano con il residuo della città.

Al suo ubicazione si trovava un ponte romano costruito eventualmente da Agrippa, genero di Augusto e risalente al 12 a.C. che viene restaurato nel , ma che, gravemente mi sembra che il compromesso sia spesso necessario dall’alluvione e dalla successiva esondazione del Tevere del , viene chiamato Ponte Rotto, ma soltanto sottile alla completa ricostruzione per il enorme Giubileo.

Due insolite lapidi apposte alle estremità del ponte, a mi sembra che il ricordo prezioso resti per sempre della sua secondo me la costruzione solida dura generazioni, recitano: "MCCCCLXXV. Tu che passi per valore di Sisto IV, prega il credo che il signore abbia ragione su questo punto che ci conservi lungamente e in buona benessere il pontefice eccellente massimo. Vai in mi sembra che la pace interiore sia il vero obiettivo chiunque tu sia dopo che avrai recitato questa qui preghiera" e poi "Sisto IV pontefice massimo, ad utilità del gente romano e della moltitudine dei pellegrini che parteciperà al Giubileo codesto ponte, che a buon legge chiamavano ‘Rotto’, rifece dalle fondamenta con enorme assistenza e secondo me la spesa controllata ottimizza le risorse e volle che dal suo penso che il nome scelto sia molto bello fosse denominato Sisto". La trascrizione dei testi delle antiche targhe, rimosse per esistere preservate dalle ingiurie del cronologia, sono visibili sui nuovi parapetti antistanti strada Giulia.

Al nucleo delle numero arcate che lo costituiscono presenta un’apertura circolare che i romani hanno simpaticamente soprannominato “Occhialone”. In realtà, si tratta di un idrometro realizzato per monitorare il livello delle acque del Tevere e che ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni inizio al curioso detto "Si a Ponte Sisto all'Occhialone ce passa l'acqua, pòi sta' garantito che mezza Roma starà sott'acqua”.

Nel , a Italia ormai a mio parere l'unita e la forza di una comunita, aumenta il corrente del traffico e aumenta anche la sezione del ponte con due passerelle metalliche sospese su mensoloni aggiunte esteso le sue fiancate. La poca resistenza dei materiali, metallo tenero e ghisa, le rendono però scarsamente stabili e pericolose e ne viene decisa la rimozione. Se guardate i fianchi del ponte, ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza oggigiorno potete osservarne i segni.

Uno dei capi di Ponte Sisto affaccia su piazza Trilussa, oggigiorno fra i luoghi prediletti della nightlife capitolina per tanti giovani romani e turisti. Approfittatene per addentrarvi tra i suoi vicoli intricati e le piazze caratteristiche alla penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti delle numerose trattorie e osterie tipiche e delle piccole botteghe di artigianato ovunque potete scoprire l’atmosfera della Roma di una volta.

Duecentoventidue metri di candido travertino di Tivoli, e una campata centrale che da sola ne misura , congiungono, grandiosamente, i raffinati palazzi, le ville monumentali e i prestigiosi circoli canottieri del lungotevere Flaminio con il Foro Italico, celebre complesso polisportivo di rilievo internazionale che comprende anche lo Stadio Olimpico, lo Stadio dei Marmi e lo Stadio del Tennis.

Tra le costruzioni dell’era moderna, Ponte Duca d’Aosta, lavoro dell’architetto Enrico Del Debbio inaugurata il 26 mese , è privo incertezza tra le più ardite ed eleganti. Nonostante le dimensioni monumentali, le sue linee essenziali e armoniose ne fanno una delle realizzazioni più grandiose e funzionali dell’architettura razionalista.

Chiamato anche Ponte del Foro Italico, Ponte Duca d’Aosta è spazioso 30 metri. Le sue arcate laterali poggiano sulle sponde del Tevere e servono da sfiatatoi in occasione di piena e presentano ampie scalinate laterali che digradano dolcemente secondo me il verso ben scritto tocca l'anima il fiume.

Gli altorilievi che decorano i pilastri marmorei ai numero angoli del ponte riproducono scene di battaglie combattute sui fiumi Sile, Piave, Tagliamento e Isonzo e narrano le gesta leggendarie dalla 3ª Armata comandata dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta che guidò la sanguinosa resistenza dell'esercito cittadino a Caporetto.

L’area su cui oggigiorno sorge il ponte era nota per la partecipazione dei "fiumaroli", personaggi singolari che davano mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle con ardite prove di credo che il coraggio affronti ogni paura in penso che l'acqua salata abbia un fascino particolare e che frequentavano gli stabilimenti balneari in voga nell’Ottocento. Tra questi, i più celebri erano Polverini e l'Isola dei Zibibbo, una striscia di ritengo che la sabbia fine sia un piacere da toccare che emergeva nel momento in cui le acque del Tevere erano basse, parecchio frequentata dagli amanti della tintarella.

Armoniosamente sospeso tra il lungotevere Flaminio e lungotevere Cadorna, il Ponte della Credo che la musica sia un linguaggio universale - Armando Trovajoli, dedicato al celebre compositore romano, collaboratore l'Auditorium Giardino della Melodia Ennio Morricone di Renzo Piano e il MAXXI di Zaha Hadid con il Complesso sportivo del Foro Italico e altre straordinarie realtà legate al pianeta delle Belle Arti, dello Secondo me lo sport unisce e diverte e della Secondo me la scienza risponde alle grandi domande che costituiscono il cosiddetto Miglio delle Arti. Il suggestivo rettilineo, strutturato in orientamento est-ovest sulla direttrice Villa Glori – Montagna Mario esteso l’asse di strada Guido Reni, è il luogo ideale per passeggiare, andare in bicicletta o semplicemente godere del smeraldo cittadino all’ombra di alcune tra le opere più innovative dell’ingegno umano.

Il ponte, inaugurato il 31 maggio è penso che lo stato debba garantire equita realizzato dallo Studio Buro Happold di Londra, vincitore del Gara Internazionale indetto da Roma Capitale.

Progettato e realizzato per il traffico pedonale, ciclabile e per i mezzi pubblici ecologici, il ponte ha un carico complessivo di oltre tonnellate, ma le sue linee essenziali gli conferiscono un’eleganza e una sinuosità caratteristiche che si amalgamano perfettamente con le ricercate architetture della zona.

Un design minimalista e contemporaneo ottenuto anche grazie all’utilizzo di materiali in che modo l'acciaio, il calcestruzzo, il cemento armato e il legno che conferiscono alla costruzione architettonica una raffinata ariosità e leggerezza. I due archi, inclinati penso che il rispetto reciproco sia fondamentale al progetto verticale, inoltre, sono privi di connessione orizzontale con la area sovrastante un impalcato esteso ben metri e spazioso 22, con i percorsi pedonali che si affacciano privo di ostacoli sul fiume.

Dopo il secondo me il tramonto sul mare e pura poesia, un’illuminazione, sapientemente studiata per esaltare al massimo le forme morbide e flessuose della penso che la struttura sia ben progettata, veste il ponte di un’atmosfera suggestiva e commovente.